Come educare senza utilizzare il “No”

I bambini hanno bisogno di limiti per imparare a gestire la frustrazione. È tuttavia possibile educare e stabilire dei limiti senza utilizzare il “No”. Non ci credete? Leggete qui.
Come educare senza utilizzare il “No”
Elena Sanz Martín

Scritto e verificato lo psicologo Elena Sanz Martín.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2023

Probabilmente, quando verrete a conoscenza del fatto che si possa educare senza utilizzare il “No”, sarete portati a pensare che questo metodo sia impossibile o impraticabile. I bambini hanno bisogno di disciplina, e in sua assenza, possono diventare dei tiranni.

Tuttavia, eliminare il “No” dal nostro vocabolario non significa per forza essere permissivi o abolire del tutto i limiti. Significa avere un approccio diverso con la genitorialità.

Frenare gli impulsi e le richieste inappropriate dei nostri figli è qualcosa che la maggior parte dei genitori fa automaticamente. In certe occasioni un chiaro “No” è necessario. Ma ce ne sono molte altre (la maggioranza) in cui possiamo cambiare il comportamento dei nostri figli senza dover utilizzare per forza quella parola.

Perché è importante educare senza utilizzare il “No”?

Il termine può perdere il suo significato

Spesso, per abitudine, tendiamo a utilizzare il “No” con i nostri figli in numerose situazioni che riguardano la vita di tutti i giorni. Con un “No” trasmettiamo un messaggio chiaro e diretto sperando di ottenere una reazione immediata. Tuttavia, quando usiamo troppo questa parola, finisce per perdere di significato. I bambini si abituano ad ascoltarla e smettono di reagire.

madre e figlio che parlano sul divano

Per loro, non rappresenta più uno stimolo nuovo. Spesso, è anche uno dei termini che sentono maggiormente durante la giornata. Per questo motivo, iniziano a non farci caso e prendono il divieto alla leggera. È consigliabile utilizzare il “No” in situazioni specifiche e urgenti in cui si ha davvero bisogno di un cambiamento immediato del comportamento.

Se il comportamento del bambino è pericoloso o può arrecare danno a se stesso o agli altri, utilizzare il “No” in maniera secca e decisa è quello che ci vuole. Tuttavia, ci sono delle situazioni che non richiedono un divieto immediato e ci permettono di utilizzare le altre tecniche educative.

Insegnare invece di reprimere

Un’altro aspetto importante da tenere in considerazione è che l’obiettivo dell’educazione è di insegnare ai bambini ad essere autonomi. Bisogna trasmettere i valori, le conoscenze e anche gli strumenti necessari affinché possano svilupparsi correttamente. Pertanto, una parte fondamentale dell’educazione dei vostri figli è spiegare loro come va il mondo.

Un semplice “No” non fornisce al bambino delle informazioni su quello che sta accadendo. Non spiega perché un comportamento è sbagliato, quali sono le possibili conseguenze né cosa ci si aspetterebbe da lui.

Utilizzando altre strategie educative, potremmo condividere col bambino delle conoscenze che sarebbero molto più utili per il suo sviluppo. Perché non vogliamo che si comporti in un determinato modo? Quali sono le conseguenze negative di quel comportamento? In quale altro modo dovrebbe comportarsi in quelle situazioni?

Affrontando il problema in questa maniera, si stabilisce un legame più forte tra bambini ed adulti. Inoltre, si crea fiducia perché si trasmette al bambino la propria vicinanza col fine di guidarlo e non solo per imporre dei divieti. Sentendosi rispettati i più piccoli collaborano con più facilità ed evitano di assumere comportamenti distruttivi.

Come possiamo educare senza utilizzare il “No”?

  • Individuate quali sono i comportamenti che richiedono un “No” deciso e quelli in cui è possibile utilizzare altri tipi di strategie.
  • Informate il bambino con anticipo sulle regole che intendete applicare. Ad esempio, se una delle regole è che può giocare ai videogiochi solo per un’ora, dovete dirglielo prima di iniziare a giocare.
Mamma e figlia con il broncio
  • Parlate delle conseguenze naturali di ogni comportamento. Se il bambino picchia il fratello, dovete spiegargli che questo comportamento lo ferisce e lo rende triste. E che, se lo picchia, è molto probabile che il fratello non vorrà più giocare con lui.
  • Posticipare il da farsi. A volte, i bambini ci chiedono di fare qualcosa, ma non è il momento giusto. Invece di utilizzare il “No”, potete proporre loro di fare quella determinata cosa in un altro momento. Ad esempio, se vogliono guardare un film ma è quasi l’ora di andare a letto, potete proporre loro di guardarlo il giorno dopo quando tornano da scuola.
  • Indirizzare il comportamento. Invece di rifiutare qualcosa a priori, potete proporre al bambino un’alternativa desiderabile. Se non volete che guardi la TV, potete invitarlo a giocare insieme ad un gioco da tavolo.

Cercare di non utilizzare il “No” non significa essere permissivi o indulgenti. Si tratta solo di educare in un modo più consapevole condividendo con il bambino le ragioni del rifiuto e presentando altre opzioni. Quando invece si presentano delle situazioni specifiche in cui è necessario l’uso del “No”, non esitate ad utilizzarlo.


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