Ripetere l'anno: una misura efficace?
Nel nostro paese, ripetere l’anno è un fenomeno abituale, e sono molte le teorie che riguardano questa pratica. I risultati della ricerca “Ripetere o non ripetere?” della dottoressa in educazione Helen McGrath della Deakin University (Melbourne) sono particolarmente illuminanti.
Questo studio è stato pubblicato nella rivista della WAPPA (Western Australian Primary Principals’ Association). Presenta i risultati di diverse ricerche precedenti, realizzate da altri professionisti.
Quindi, concentrandoci su questo studio, siamo in grado di disporre di conclusioni chiare in merito all’interrogativo se ripetere l’anno sia o no necessario e utile per gli alunni. Inoltre, prenderemo in considerazione i dati del rapporto del Programma per la valutazione internazionale dello studente (PISA) degli ultimi anni.
Situazione attuale sul ripetere l’anno scolastico
Negli ultimi decenni sono diventate sempre più numerose le ricerche sugli effetti che derivano dal ripetere l’anno scolastico. La maggior parte di queste indagini indicano chiaramente che, per la maggior parte degli studenti che ripetono l’anno, non esistono vantaggi scolastici né sociali.
Probabilmente, non esiste nessun’altra questione educativa sulla quale i risultati delle ricerche si siano dimostrati altrettanto inequivocabili. Allo stesso tempo, però, è uno dei temi dell’educazione nei quali è presente la più grande discrepanza tra ciò che affermano gli studi e la pratica effettivamente adottata.
Questa discrepanza tra l’evidenza della realtà e la pratica è chiara. In molti istituti di tutto il mondo, la ripetizione dell’anno scolastico da parte degli studenti rappresenta una pratica largamente accettata e condivisa. Sono numerosi i responsabili del rapporto educativo PISA che hanno affermato quanto segue:
“Ripetere l’anno per migliorare il rendimento dell’alunno non è una misura che si possa definire ‘molto efficace'”.
Da anni, ormai, in Spagna si raccomanda di incrementare l’insegnamento individuale all’interno delle classi scolastiche. Questa pratica eviterebbe l’abbandono del sistema scolastico da parte degli alunni che sentono di non riuscire a soddisfare le aspettative nutrite nei loro confronti.
Dati concreti sulla ripetizione dell’anno scolastico e le sue conseguenze
Ripetere l’anno non migliora i risultati scolastici
La maggior parte delle volte, gli studenti che ripetono l’anno non riescono a recuperare mai più il terreno perduto, in termini scolastici. I risultati accademici degli studenti che ripetono l’anno, a qualunque livello di istruzione, sono minimi e di breve durata.
“I confronti longitudinali hanno stabilito chiaramente che, anche se molti studenti ripetenti ottengono qualche progresso scolastico durante l’anno che ripetono, di solito questi miglioramenti scompaiono nel giro di due o tre anni”.
– Shane R. Jimerson (Università della California) –
Inoltre, la bocciatura viene generalmente considerata come una dimostrazione di fallimento. Può influire negativamente sulla percezione e le aspettative che i professori nutrono nei confronti dello studente.
La ripetizione incide negativamente sulla stabilità mentale
Ripetere l’anno, perfino quando il fenomeno viene gestito con sensibilità e riservatezza, fa pensare agli studenti di aver “fallito”. Come risultato, vengono allontanati dai compagni della loro stessa età. Ricerche condotte dall’Università di Cambridge concludono che, per la maggior parte degli studenti, tutto ciò crea un senso di vergogna, la sensazione di essere oggetti di stigma e una perdita di autostima.
Per la maggior parte degli studenti, la ripetizione di un anno scolastico rappresenta un’importante fonte di stress. Da uno studio dell’Università della California, condotto dai professori Shane R. Jimerson, Gabrielle E. Anderson e Angela D. Whipple, sono state ricavate conclusioni illuminanti:
“Studenti del sesto anno della scuola primaria avevano più paura di ripetere l’anno che di perdere i propri genitori o di diventare ciechi”.
Anche il fatto di essere più grandi e, di conseguenza, più alti e fisicamente maturi dei propri compagni di classe provoca stress in un gran numero di ripetenti. In molti casi, questo fatto danneggia il loro comportamento sociale. I ripetenti, inoltre, devono sviluppare nuovi rapporti sociali, quasi come se stessero cambiando istituto scolastico.
Ripetere l’anno provoca un atteggiamento negativo nei confronti della scuola e dell’apprendimento
Gli alunni che ripetono hanno una probabilità tra il 20% e il 50% più alta di abbandonare l’istruzione secondaria. Questo risultato viene ricavato dal confronto con studenti dai livelli di rendimento o comportamento simili che però non ripetono l’anno. Numerosi studi convalidano questa affermazione; tra questi, quello condotto per l’Università del Minnesota (Temple e Reynolds).
“La maggior parte delle ricerche in questo campo suggerisce che il principale rischio di abbandono da parte degli studenti che sono stati bocciati non può essere spiegato dal loro basso rendimento. È invece direttamente attribuibile all’esperienza della ripetizione di un anno scolastico”.
Problemi di condotta
L’esperienza della ripetizione può aumentare l’aggressività e il cattivo comportamento. Si rivela più marcato in quegli alunni che mostravano già segnali precoci di comportamento antisociale. La frustrazione, la delusione e l’ira generate da questo fallimento scolastico evidente contribuiscono a rendere antisociali gli studenti.
Alternative alla ripetizione dell’anno
Ripetere l’anno è una strategia che evita di affrontare le necessità della maggior parte degli studenti che stanno ottenendo risultati insufficienti. E persino quelle degli alunni che presentano difficoltà sociali o di comportamento. Allo stesso tempo, fare in modo che lo studente superi l’anno con i compagni della sua età senza un piano strutturato non è la risposta.
L’ideale sarebbe applicare, negli istituti scolastici, strategie e approcci di intervento. In particolar modo, l’intervento di sostegno nel rispondere alle necessità specifiche di ogni studente.
- Utilizzare strategie di apprendimento cooperativo.
- Insegnare agli alunni a sviluppare e mettere in atto strategie mnemotecniche per aiutarli a recuperare concetti e informazioni fondamentali.
- Usare schede per l’autovalutazione.
- Mettere in relazione le attività svolte in classe e il programma di studi con i precedenti degli studenti, le loro vite e le loro attuali conoscenze.
In conclusione: i risultati delle ricerche svolte negli ultimi decenni non sostengono l’idea che ripetere l’anno rappresenti un intervento adeguato. È possibile che, occasionalmente, a qualche studente giovi ripetere l’anno, ma sottoporre un alunno a una pratica che non ha funzionato la prima volta costituisce solamente un inutile esercizio.