5 consigli per gestire il pianto incontrollato

5 consigli per gestire il pianto incontrollato
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 01 febbraio, 2018

La modalità principale di comunicazione per un neonato è piangere. I bebè piangono per molte e differenti ragioni e possono arrivare a farlo da 1 a 3 ore quotidianamente. In questo articolo vi proponiamo 5 consigli per imparare a gestire il pianto incontrollato che tanto opprime i genitori.

Capire le ragioni del pianto incontrollato

Capire le ragioni del pianto di un bebè è uno dei problemi principali del genitore. Un neonato può piangere perché ha fame, per le coliche, per il pannolino sporco, per il freddo…

I primi tempi è difficile capire le ragioni del pianto ma con il passare del tempo, il genitore capisce sempre di più i bisogni del proprio figlio. Non dimenticate che il bambino può piangere per segnalarci: un dolore, una malattia, un’infezione o la comparsa dei primi dentini.

A volte, non riuscire a capire il motivo del pianto può risultare opprimente fino a portarvi alla disperazione. Si può arrivare a pensare che il proprio bambino possa avere qualcosa di grave quando invece piange per fame, sonno o problemi emotivi. In questo articolo proponiamo 5 consigli utili per debellare il pianto incontrollato del neonato.

neonato

Abbracciare il piccolo

Può succedere spesso che il bambino pianga per molto tempo ed entri in una spirale di rabbia e pianga sconsolatamente. Il metodo migliore, in questo caso, è abbracciare il bebè e lasciarlo sfogare tra le vostre braccia. 

Quando si rilasserà potrete accertarvi del perché di questo pianto, se è per fame, sonno o qualche altro tipo di problema. Per accertarvi sia fame potete provare ad avvicinargli il pasto, se invece è per sonno si addormenterà lentamente dopo essersi rilassato.

Molte volte quando i bambini hanno sonno diventano iperattivi e non smettono di muoversi. Per addormentarsi è importante che si rilassino gradualmente. Osservarli, parlargli dolcemente o cantargli una ninnananna è il modo migliore per ottenere la tanto agognata tranquillità.

Dedicargli tempo

Se il piccolo torna dall’asilo o da casa dei nonni piangendo a dirotto può trattarsi di un problema emotivo. Per prima cosa dovete capire se sta piangendo perché è successo qualcosa o se è semplicemente per richiamare la vostra attenzione, perché magari si è sentito solo o ha sentito la vostra mancanza.

In questo caso, il metodo migliore è cercare di passare quanto più tempo possibile insieme e mostrargli affetto e dolcezza.

Stabilire delle routine

I bambini hanno bisogno di avere delle routine da seguire per sentirsi sicuri. Se ad esempio sanno che dopo il bagnetto, c’è la lettura della storia e un giorno decidete di cambiare ordine, il piccolo lo noterà. Per questo, se notate che piange incontrollatamente può essere che si senta disorientato e abbia bisogno di schemi giornalieri da seguire.

Essere stimolato

Può succedere anche che il bambino sia annoiato. Può arrivare il momento in cui inizi a gattonare per tutta casa o cerchi di arrampicarsi sulle poltrone… consigliamo di limitare queste attività che potrebbero essere pericolose. I bambini sentono spesso questa necessità di esplorare e si sentono frustrati.

Se sentono di non potersi muovere liberamente potrebbero entrare in una spirale di pianto incontrollato. Per questo è consigliabile dedicargli del tempo per lasciarlo esplorare ma sotto la vostra supervisione. Lasciate che apra l’armadio che contiene, per esempio, bicchieri e piatti di plastica colorata. Lasciate che si senta libero di esplorare. Cercate di stimolarlo durante il gioco o attraverso altre idee personali.

madre e figlio

Cambiare atteggiamento

Se vedete che qualsiasi metodo applicate non funziona e vi siete accertati che non abbia nessun dolore potrete provare a cambiare atteggiamento. Potete provare a stimolarlo attraverso il buon umore, le coccole, cambiandogli stanza oppure portandolo a fare un giro in macchina.

 

 


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