Iperemesi gravidica, un disturbo da non sottovalutare

L'iperemesi gravidica è una complicazione della gravidanza che può essere anche grave. Ecco come riconoscerla.
Iperemesi gravidica, un disturbo da non sottovalutare

Ultimo aggiornamento: 15 febbraio, 2020

L’iperemesi gravidica è una complicazione della gravidanza caratterizzata da una serie di disturbi tipici. Durante la gestazione molte donne sperimentano disagi che possiamo considerare normali; in alcuni casi, tuttavia, devono destare preoccupazione.

In caso di iperemesi gravidica lieve, il trattamento è di base. Con il riposo e cambiamenti nella dieta o di alcune abitudini si può già sperimentare un miglioramento. Ma quando l’insieme dei sintomi è grave, può essere necessario un ricovero ospedaliero. Per questo motivo è sempre bene farsi visitare dal medico, anche se si conosce l’origine del malessere.

I sintomi tipici di questa condizione sono nausea, vomito, squilibri elettrolitici e perdita di peso. Non è detto, tuttavia, che si manifestino tutti o tutti insieme.

Iperemesi gravidica, una condizione che colpisce il 20% delle donne in gravidanza

Si stima che il 70-80% delle donne in gravidanza soffre di almeno uno di questi disturbi nelle prime settimane di gestazione, soprattutto al mattino. Sono considerati “normali” disagi della gravidanza, tuttavia si registrano almeno 60.000 casi l’anno che sono degni di attenzione medica. 

Donna incinta dal medico

L’iperemesi gravidica, quindi, può diventare un problema serio; in caso di forte deperimento occorre andare senza indugio al pronto soccorso. Nei casi più gravi si procede a un’integrazione di liquidi per via endovenosa. È, in particolare, importante rivolgersi allo specialista prima di assumere qualunque tipo di trattamento volto ad alleviare i sintomi.

Le forti nausee sono, in generale, la conseguenza di un aumento dei livelli ormonali. Studi recenti, inoltre, vedono nella nausea una strategia per proteggere il bambino dai cibi tossici. L’iperemesi gravidica si manifesta di solito tra la quarta e la sesta settimana di gestazione e tende a risolversi al massimo dopo tredici settimane. Il periodo critico, quindi, ha una durata di circa venti settimane.

Il 20% delle donne in gravidanza, tuttavia, possono aver bisogno di un trattamento medico specifico. Al momento non si conosce un modo certo per prevenire questa condizione; sicuramente alcuni cambiamenti nello stile di vita possono aiutare.

Come identificare l’iperemesi gravidica?

Donna incinta piegata per la nausea

Non bisogna confondere le classiche nausee mattutine da ciò che viene chiamato iperemesi gravidica. Ecco alcune differenze.

  • Le nausee da iperemesi sono sempre accompagnate da episodi di vomito gravi, a differenza di quelle normali che non sempre terminano con il vomito.
  • Non diminuiscono di intensità fino alla dodicesima settimana di gestazione.
  • Possono causare grave disidratazione.
  • Non consentono alla futura mamma di trattenere il cibo nello stomaco. Questo non succede con le semplici nausee mattutine.
  • Si possono manifestare insieme a una serie di intolleranze alimentari.
  • Sono talvolta accompagnate da svenimento.
  • È presente un aumento della frequenza cardiaca.
  • Si produce una perdita di peso di almeno il 5%.
  • Diminuisce la minzione.
  • Possono verificarsi episodi di ansia, depressione, spossatezza estrema e confusione.
  • Si abbassa la pressione.
  • In alcuni casi è presente l’itterizia.

Trattamento

Come abbiamo detto, spesso si rende necessario il ricovero in ospedale. Il trattamento di routine comprende:

  • Somministrazione di liquidi mediante flebo a base di vitamine, sostanze nutritive ed elettroliti.
  • Alimentazione mediante sondino nasogastrico (attraverso il naso) o gastrostomia endoscopica percutanea (attraverso la parete addominale verso lo stomaco).
  • Farmaci anti-reflusso o antistaminici.

Trattamenti alternativi includono la digitopressione, l’ipnosi o l’omeopatia. Anche l’assunzione di farmaci omeopatici, tuttavia, va concordata con il medico curante. Gli specialisti consigliano di non procedere all’automedicazione in nessun caso.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.