Mamma, tienimi vicino a te, a contatto con la tua pelle e la tua anima

I bambini hanno bisogno del contatto con la pelle dei genitori per crescere felici e liberi dalla paura. Vi spieghiamo perché.
Mamma, tienimi vicino a te, a contatto con la tua pelle e la tua anima
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

Non abbiate dubbi riguardo al fatto che il vostro piccolino cresca a contatto con voi, pelle contro pelle, respiro contro respiro, anima contro anima. Permettetegli di starvi molto vicino, almeno nei primi tre anni della sua vita. Così facendo darete al mondo un bambino forte e coraggioso. Un individuo libero dalla paura.

I bambini hanno bisogno di stare a contatto con i genitori, e vi spieghiamo perché.

Nel nostro piccolo spazio, vi parliamo molto spesso dell’importanza di crescere il bambino a contatto con i genitori. È lo stimolo migliore con cui potenziare il suo sviluppo. Con cui dargli sicurezza e benessere. E anche con cui attivare la connessione neuronale tramite stimoli di qualità: tattili, vocali, olfattivi, sensoriali…

La paura non ha mai portato nessuno alla vetta

-Publiolio Siro-

Ebbene, in questa occasione, vogliamo andare oltre quello che è lo sviluppo del bambino. Vogliamo parlare dei suoi istinti primari e dell’importanza di crescere il bambino “staccato dalla paura”. Sappiamo che oggigiorno il termine “attaccamento” si utilizza con molta frequenza, ma è meglio chiarire il significato di alcune parole. 

Nell’ambito della crescita personale, il termine “attaccamento” si riferisce alla nostra mania di possedere cose o lasciare che queste cose o questi legami intralcino la nostra libertà o la nostra identità. D’altra parte, nel contesto dell’educazione dei figli, si parla di attaccamento nella nota teoria di Bowlby.  Essa ci ricorda l’importanza di instaurare un legame forte e sicuro con il bambino per favorirne la crescita, l’autostima, il suo rapporto sicuro e al tempo stesso indipendente con i genitori e l’ambiente circostante. Il bambino va tenuto a contatto con i genitori.

Oggi, nel nostro spazio, vorremmo proporvi quanto segue: favorite la vicinanza e il contatto pelle a pelle con il vostro bambino per creare un attaccamento positivo. Perché, in questo modo, sul lungo termine, riusciremo a far sì che nostro figlio cresca “staccato dalla paura”, dalle insicurezze e da una bassa autostima……

La paura è l’istinto più importante nel cervello del neonato

Se c’è un luogo sicuro, confortevole e perfetto è senza dubbio l’utero materno. Qui non succede niente di male, tutto è sereno, tutto è caldo, soddisfacente e prevedibile. Tuttavia, già al momento della nascita il neonato viene messo in guardia sullo strano mondo in cui è finito.

  • Per prima cosa si sente strappato via dalla pancia della sua mamma. Poi, alcuni estraneo lo prendono, lo lavano, lo pesano, lo maneggiano…

Finalmente conosce e sente la voce di sua madre per la prima volta. Eppure, non trascorre molto tempo che viene messo in una culla da solo, al buio… La paura ha di nuovo il sopravvento su di lui. Il bambino prova il terrore dell’abbandono e la sensazione di non sopravvivere…

Sono appena nato e tutti mi fa paura

Il bambino nasce con un cervello del tutto immaturo. Dentro di lui regnano solo gli istinti e le necessità. L’unica cosa che vuole è sentirsi sicuro, amato, essere nutrito.

  • Nei primi mesi di vita, se c’è una cosa che lo spaventa davvero è la separazione dalla madre. Non è ancora in grado di capire che il fatto di essere lasciato nella culla non significa essere abbandonato. Non comprende che se in un certo momento non sente il calore di sua madre, questo non vuol dire che gli accadrà qualcosa di male.

L paura nei neonati  è una reazione naturale avente un unico scopo: aiutarli ad adattarsi. Evitiamo, dunque, di intensificarla…

Crescere a contatto per essere liberi dalla paura

Mamma dorme con il suo bambino perché sia staccato dalla paura

Gli esperti di educazione e psicologia infantile spiegano che circa il 35 per cento dei neonati sviluppa un attaccamento insicuro. Crescere in un ambiente in cui i genitori non favoriscono fin da subito l’attenzione emotiva, il conforto, in cui non accorrono se il piccolo piange o in cui il bambino stesso percepisce di non poter contare sulle persone che si occupano di lui quando ne ha bisogno, ha senza dubbio un serio impatto sulla sua mente.

La paura è la cosa di cui ho più paura

-Michel Eyquem de Montaigne-

Un attaccamento insicuro rende i bambini molto dipendenti, li fa essere sempre “attaccati” all’insicurezza, all’ansia, a una rabbia che non sanno canalizzare e poco a poco appariranno la disobbedienza, il rancore o i gesti di sfida. 

Come fare in modo che vostro figlio cresca “libero” dalla paura

Dovete capire che un bambino ha un’infinità di necessità che bisogna essere in grado di capire e soddisfare.

  • Allo stesso modo, considerate che ogni bambino è unico e che a volte ci sono piccoli che richiedono tantissime attenzioni, molte più degli altri.
  • Non ignorate il suo pianto.
  • Tenetelo sempre vicino a voi. Se lavorate e trascorrete parte della giornata fuori casa, non appena rientrate, usate il classico marsupio per tenere il bambino pelle a pelle con voi.
  • Comprendete tutte le sue emozioni. Non punitele né intensificatele ulteriormente. Dovete avere pazienza, essere sempre vicini, affettuosi e coerenti.
  • Imparate a conoscere le sue paure.
  • Fate in modo che gradualmente impari a tollerare la frustrazione.

Infine, non dimenticate di fomentare la sua autostima, dimostrategli che vi fidate di lui, affinché  veda in voi quella persona, quella figura meravigliosa ed essenziale nella sua vita che gli darà sempre sicurezza, coraggio, affetto, vicinanza…


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Bowlby, J. (1986). Vínculos afectivos: formación, desarrollo y pérdida. Madrid: Morata.
  • Bowlby, J. (1995). Teoría del apego. Lebovici, Weil-HalpernF.
  • Garrido-Rojas, L. (2006). Apego, emoción y regulación emocional. Implicaciones para la salud. Revista latinoamericana de psicología, 38(3), 493-507. https://www.redalyc.org/pdf/805/80538304.pdf
  • Marrone, M., Diamond, N., Juri, L., & Bleichmar, H. (2001). La teoría del apego: un enfoque actual. Madrid: Psimática.
  • Moneta, M. (2003). El Apego. Aspectos clínicos y psicobiológicos de la díada madre-hijo. Santiago: Cuatro Vientos.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.