Sono una mamma, non sono una serva

Volete evitare di crescere vostro figlio facendogli pensare che sia giusto pretendere che gli altri siano a sua disposizione? Impegnatevi da adesso.
Sono una mamma, non sono una serva

Ultimo aggiornamento: 06 febbraio, 2020

“Sono una mamma”. Qual è la prima cosa che vi viene in mente sentendo questa frase? Allegria, soddisfazione, felicità o piuttosto sacrificio, disperazione, schiavitù?

Anche se l’arrivo di un figlio è probabilmente il momento più importante della nostra vita, nonché il sentimento più spesso espresso con parole di felicità, è risaputo che comporta una problematica che in casa emerge con il grande quesito: sono mamma, o sono una serva?

Chi deve assumersi il peso delle faccende domestiche? La mamma deve essere la mia cameriera? Va bene ed è giusto “esentare” i figli da tutto il lavoro e dall’aiuto in casa, perché sono troppo stanchi per fare la propria parte? E poi c’è la domanda più importante: in che modo questo punto di vista influirà sulla vita di mio figlio da adulto?

Essere una buona madre, una sposa o una brava persona non significa passare la vita a pulire casa. Se smetti di trascorrere del tempo con parenti e amici, inizieranno a farsi una vita senza di te. Credimi. 

-Constance Hall-

Mamma e figlio

Sono una mamma, non sono una serva

Nella maggior parte delle case, soprattutto nei Paesi Occidentali, si ha la cattiva abitudine di abituare i bambini a ricevere senza dare nulla in cambio, contribuendo a creare un enorme problema nella loro vita da adulti e facendo loro credere, sbagliando, che la mamma sia la loro serva personale.

Potremmo pensare che si tratti solo di un problema di educazione, minimizzando dunque la questione, pensando ingenuamente che si risolverà da adulti, senza alcun ostacolo. Quel che è certo è che la prima persona a dover avere ben chiaro il concetto di essere mamma e non serve deve essere la mamma stessa. Ma deve anche essere chiaro a vostro figlio: Sono tua mamma, non la tua serva.

A posteriori, tutto questo potrebbe influire sulla crescita di nostro figlio? Arriverà all’età adulta con una visione distorta della donna? Ci sarebbero effetti positivi se ci mettessimo adesso all’opera? Senza dubbio dipende dall’importanza che diamo alla questione e da quanto siamo disposti ad avere un ambiente collaborativo e fatto di aiuto reciproco, in casa.

Sono una mamma, non una serva: cosa fare quando si presenta il problema?

L’ideale dopo aver individuato il problema – e persino prima che insorga – è agire senza esitazioni. Affinché il nostro obiettivo si realizzi e affinché nostro figlio non cresca nell’errata convinzione che siamo noi le serve di casa e che la super mamma non ha bisogno di aiuto da nessuno, la prima a disfarsi di questa idea deve essere proprio la mamma.

Iniziate dando dei compiti al bambino sin da piccolo

Gli esperti consigliano di iniziare a due anni di età o anche prima. Ad esempio, i bambini possono raccogliere i propri giocattoli, raccogliere dal pavimento ciò che hanno buttato per terra o sistemare i propri vestiti nella cameretta.

Logicamente bisognerà assegnare loro dei compiti adatti alla loro età, come fare il letto, fare una lavatrice o persino di cucinare (in condizioni di sicurezza). Cercate di resistere sempre all’impulso di fare i compiti per loro perché si sentono stanchi o perché non fanno le cose come vorremmo.

Bambini responsabili

L’obiettivo da raggiungere non è far sì che il bambino svolga i propri compiti come un adulto, bensì aiutarlo a cambiare nella sua mente l’idea della mamma-serva che in casa si occupa di tutto. Devono capire sin da piccoli lo sforzo che c’è dietro i compiti da svolgere e apprezzali. Così facendo, diventeranno adulti responsabili.

Fate capire al bambino l’importanza di aiutare gli altri

Si è osservato che quando vengono assegnati ai bambini delle faccende domestiche, questi ultimi si abituano ad anteporre le necessità altrui alle proprie, il che contribuirà a far sì che sia per loro più naturale aiutare gli altri, trasformandosi dunque in adulti altruisti e responsabili.

C’è più felicità nel dare che non nel ricevere

-Citazione dalla Bibbia-

In tal modo riusciremo a raggiungere l’obiettivo sperato: far sì che abbiano una visione più reale della vita da adulti, ed evitare che pensi che tutti siano al suo servizio e a sua disposizione, inclusa sua madre.

Pertanto, se vogliamo essere mamme felici e crescere figli maturi e responsabili, dobbiamo insegnare ai nostri figli, sin da piccoli, a vedere che non solo la mamma, bensì anche loro hanno le proprie responsabilità in casa. In questo modo non vi troverete a dire: Sono tua mamma, non la tua serva.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Bowlby, J. (1986). Vínculos afectivos: formación, desarrollo y pérdida. Madrid: Morata.
  • Bowlby, J. (1995). Teoría del apego. Lebovici, Weil-HalpernF.
  • Garrido-Rojas, L. (2006). Apego, emoción y regulación emocional. Implicaciones para la salud. Revista latinoamericana de psicología, 38(3), 493-507. https://www.redalyc.org/pdf/805/80538304.pdf
  • Marrone, M., Diamond, N., Juri, L., & Bleichmar, H. (2001). La teoría del apego: un enfoque actual. Madrid: Psimática.
  • Moneta, M. (2003). El Apego. Aspectos clínicos y psicobiológicos de la díada madre-hijo. Santiago: Cuatro Vientos.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.