Dismorfia da Snapchat: cos'è e come colpisce i nostri figli
Se siete utenti abituali dei social network, avrete sicuramente notato che c’è una tendenza crescente ad aggiungere filtri a foto e video per migliorarne l’aspetto. Bambini, giovani e adulti hanno ceduto a questa tendenza di ammorbidire, sfumare o alterare il proprio volto nelle loro pubblicazioni grazie ai diversi strumenti esistenti. Ma avete mai pensato alle ripercussioni che questo può avere sui minori? Ebbene, oggi ci parliamo proprio di uno dei più importanti: la dismorfia da Snapchat.
Accettare chi siamo e come siamo è un compito che dura tutta la vita, ma è particolarmente rilevante durante l’adolescenza. I cambiamenti del corpo, la pressione sociale e il bisogno di approvazione del gruppo di appartenenza portano molti giovani a sviluppare complessi diversi e a sentirsi a disagio nella loro pelle.
Tuttavia, questo fenomeno è esacerbato quando il confronto avviene con vite immaginarie e immagini dei social media. Cosa possiamo fare come genitori? Lo vedremo in seguito.
Cos’è la dismorfia da Snapchat?
La definizione dismorfia da Snapchat è stata coniata dal chirurgo britannico Tijion Esho, dopo aver corroborato un aumento delle indagini motivate dalla ricerca dell’aspetto fisico dei selfie ritoccati.
Pertanto, questo disturbo ha le stesse caratteristiche del disturbo di dismorfismo corporeo (TDF), influenzato solo dai social network. Il TDF è caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per uno o più difetti fisici o imperfezioni che possono essere minori o addirittura inesistenti.
Ciò significa che la persona ha una percezione esagerata o errata di un proprio tratto fisico, che può passare inosservata o che è irrilevante per gli altri.
Questa ossessione genera un enorme disagio e porta la persona ad assumere determinati comportamenti disfunzionali come i seguenti:
- Trascorrere un gran numero di ore ad osservare i propri difetti fisici, che ostacola il normale sviluppo nelle attività quotidiane (scolastiche, sociali o familiari).
- Azioni ripetitive, come guardarsi allo specchio più e più volte, truccarsi eccessivamente o cercare la costante rassicurazione della perfezione.
- Confrontare continuamente il proprio aspetto fisico con quello delle altre persone.
Questo disturbo può colpire sia uomini che donne e di solito si sviluppa nella prima adolescenza.
Inoltre, è comune che queste preoccupazioni coinvolgano difetti auto-percepiti del viso. Questo perché i selfie mostrano questi tratti e i social network li espongono costantemente.
Perché si verifica la dismorfia da Snapchat?
L’uso permanente dei social network o dei filtri che ritoccano le foto non sono l’unica causa di questo disturbo. Anche l’autostima e altre caratteristiche personali, sia genetiche che apprese, giocano un ruolo importante. Tuttavia, Internet e la tecnologia influenzano in modo significativo e in vari modi:
- L’uso costante di filtri favorisce la creazione di aspettative non realistiche. I giovani possono dimenticare che quei volti e quei corpi che vedono sono ritoccati e falsi. Soprattutto perché non ci sono riferimenti a persone reali con fisici diversi con cui sentirsi identificati.
- I social network favoriscono un confronto costante. Pertanto, i giovani lottano continuamente per adattarsi a standard di bellezza ristretti e irraggiungibili e provano sensi di colpa, vergogna e fallimento quando si accorgono che non possono raggiungerli.
- Abituarsi ad osservare la propria immagine distorta da filtri e ritocchi aumenta il rifiuto del proprio aspetto reale. Gli adolescenti si trovano costantemente di fronte alla differenza tra ciò che sono e ciò che “potrebbero essere” o “dovrebbero essere”.
Come evitare che i nostri figli soffrano di dismorfia da Snapchat
Il ruolo dei genitori è fondamentale quando si tratta di proteggere i bambini dalle conseguenze negative delle reti.
Pertanto, se vogliamo prevenire la comparsa della dismorfia da Snapchat nei minori, possiamo applicare le seguenti misure.
1. Regolare l’uso che i nostri figli fanno dei social network
Più giovane è l’età, più danni possono derivare dall’esposizione ai social media. Pertanto, proviamo a ritardare l’ora di inizio e a regolare il tempo trascorso davanti agli schermi, il tipo di contenuto che consumano e le interazioni che svolgono con gli altri. La nostra supervisione è essenziale.
2. Parlare loro dei pericoli dei social media e di Internet
È importante che parliamo con i nostri figli di come il confronto costante con ciò che vedono sulle reti può influire sul loro benessere. Spieghiamo l’impatto che questo ha sulla loro autostima e ricordiamo loro che può portare a problemi di ansia, depressione, disturbi alimentari o disturbi dell’immagine corporea.
3. Aumentare la loro autostima
Cerchiamo di aiutare i nostri figli a costruire una solida autostima fin dall’infanzia, prendersi cura e amare il proprio corpo e la propria salute e coltivare il proprio mondo interiore. Insegniamo loro ad accettarsi così come sono e a non dipendere dall’approvazione esterna. In questo modo, saranno meno influenzati dalla pressione sociale.
4. Esporli a realtà diverse
Infine, è importante che i minori abbiano riferimenti di persone reali e diverse, che siano felici e di successo senza la necessità di cercare la perfezione apparente. Per fare ciò, puoi aiutarli a trovare contenuti positivi e costruttivi su Internet, che non si basano sul miglioramento dell’aspetto fisico.
L’autostima si insegna con l’esempio
I bambini e gli adolescenti, insomma, si trovano in momenti vulnerabili e critici del loro sviluppo ed è fondamentale che abbiano una guida adulta per filtrare ed elaborare gli stimoli che ricevono.
Pertanto, stiamo attenti a ciò che i nostri figli seguono sui social network, parliamone con loro e prestiamo attenzione a possibili segni che indicano la comparsa di dismorfia da Snapchat. E, nei casi più estremi, non trascuriamo l’idea di contattare uno specialista.
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