Cos'è l'angoscia dell'ottavo mese?

Il vostro bambino era solito stare felice tra le braccia di un membro della famiglia e ora non vi lascia nemmeno andare in bagno da soli? Tranquilli! Vostro figlio è perfettamente normale.
Cos'è l'angoscia dell'ottavo mese?
Marcela Alejandra Caffulli

Revisionato e approvato da la pediatra Marcela Alejandra Caffulli.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2023

Più di un genitore avrà pensato di aver vinto alla lotteria con il proprio figlio. “E’ un bravissimo ragazzo! Sta tra le braccia di chiunque.” Ma un bel giorno, quasi dal nulla, questa fortuna sembra svanire e il bambino si trasforma in qualcuno di completamente diverso a causa dell’angoscia dell’ottavo mese.

Non vuole più stare tra le braccia di quella zia, non tollera nemmeno di stare da solo con il papà quando la mamma si allontana. I reclami si traducono in pianto angosciante da parte del bambino e questo genera un senso di colpa e disagio nei genitori.

Nonostante la confusione che genera, l’angoscia dell’ottavo mese, conosciuta anche come ansia da separazione è una fase normale dello sviluppo emotivo e sociale dei bambini. Successivamente, vi diremo di più sull’argomento. Siete pronti? Cominciamo.

A cosa ci riferiamo con “angoscia dell’ottavo mese”?

L’ansia da separazione è una pietra miliare nello sviluppo sociale emotivo dei bambini, che si verifica tra gli 8 e i 18 mesi di età. È caratterizzato da una sensazione di intensa angoscia nel bambino, quando la sua principale figura di attaccamento si allontana da lui.

Generalmente, l’ansia si manifesta quando la madre scompare dalla vista del bambino. Questo perché le mamme tendono ad essere le figure che trascorrono più tempo con il bambino nei primi mesi di vita. Quindi, diventano la loro principale figura di attaccamento.

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Perché il bambino mostra ansia da separazione a 8 mesi?

Intorno agli 8 mesi i bambini iniziano a riconoscersi come individui e a capire che i genitori sono esseri diversi da loro. Ma allo stesso tempo, sono la loro fonte di cure, affetto e sicurezza. Pertanto, allontanandosi dai loro genitori, si sentono insicuri e impotenti.

D’altra parte, in questa fase il bambino ha poca nozione di tempo e quello che per noi è un secondo, per lui può rappresentare un’eternità. Scomparire per un momento alla sua vista può essere inteso dal bambino come un abbandono permanente.

Per questo motivo, le reazioni di disagio sono spesso eccessive e si invertono automaticamente al ritorno del tutore.

Infine, in questa fase, i bambini stanno sviluppando il concetto di permanenza dell’oggetto. Questo è ciò che li aiuta a capire che quando un oggetto o una persona si allontanano dalla loro vista, non scompaiono completamente. Non importa per quanto tempo la mamma lascia la stanza, tornerà. Di solito, questa idea prende piede dopo il primo compleanno.

Consigli per aiutare il bambino ad affrontare l’angoscia dell’ottavo mese

Come prima misura, è importante ricordare quotidianamente che questa fase è naturale e necessaria per il corretto sviluppo del bambino.

In secondo luogo, è importante mantenere un atteggiamento premuroso e comprensivo nei confronti del disagio del bambino. Non pensate che questo sia un “capriccio” per attirare la vostra attenzione. Questa angoscia è reale per lui e simboleggia l’attaccamento sicuro ai suoi tutori.

Infine, è importante tenere in considerazione alcuni suggerimenti per superare questa fase nel miglior modo possibile. Ve ne riportiamo alcuni di seguito:

  1. Essere semplici e veloci al momento dei saluti;
  2. Pianificare una routine quotidiana, in modo che il bambino possa anticipare gli eventi senza provare troppa angoscia;
  3. Essere empatici con il bambino e offrigli affetto quando lo richiede. Trovate un modo amorevole per smettere, se quello che state implementando vi mette a disagio;
  4. Promettere solo ciò che è possibile realizzare, altrimenti il bambino perderà fiducia nelle vostre parole;
  5. Adattare i messaggi al livello di comprensione del bambino;
  6. Fare delle prove prima di attuare cambiamenti improvvisi nella routine, come tornare al lavoro. Ciò consentirà al bambino di abituarsi ai nuovi tutori e accettare gradualmente la separazione;
  7. Giocare a nascondino con una coperta sul viso o a lanciare e raccogliere oggetti, per aiutare il bambino a elaborare le sue emozioni e ad ordinare la sua struttura psichica in questa fase.
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Quali cose bisogna evitare?

In linea con quanto sopra, è importante non interpretare le manifestazioni di questa fase come strategie di manipolazione dei bambini. Anche se l’angoscia cessa al ritorno del tutore principale, ciò che motiva questa reazione è il sentimento di abbandono e vulnerabilità nel bambino.

Per questo motivo è importante aiutarlo a capire le transizioni convalidando ciò che sente. Cioè, adottate una postura empatica e amorevole con il bambino per insegnargli che state lasciando la sua vista, ma che tornerete più tardi.

Non è consigliabile rimandare il rientro a casa, ma è importante programmarlo in anticipo. Evitate di far coincidere l’allontanamento con i momenti di fame o sonno del bambino. Nel caso in cui doveste farlo comunque, cercate di fare in modo che il tutore incaricato crei qualche distrazione in modo che il saluto sia breve e leggero.

Se il bambino deve essere lasciato da qualche parte fuori casa, non è consigliabile che la madre scompaia bruscamente e senza preavviso. Ciò non farà che peggiorare la paura dell’abbandono e l’angoscia del bambino. Al contrario, è importante essere consapevoli dei segnali del bambino e ritirarsi quando è il momento più opportuno.

Infine, è importante sapere che evitare di suscitare l’ansia da separazione del bambino non è la soluzione. Sebbene sia desiderabile che l’angoscia venga controllata rapidamente, non esporre il bambino alla separazione dai genitori non gli permetterà di trovare una via d’uscita da questa crisi vitale.

A proposito di crisi infantili

Come per tutte le crisi infantili, i pediatri rassicurano sul fatto che siano inevitabili. Queste ci fanno sapere che il cervello del bambino sta maturando nel modo previsto. Nonostante le difficoltà che comporta l’attraversamento di queste fasi, si tratta di passaggi necessari per uno sviluppo sano.


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