In cosa consiste la semina vaginale?

La maggior parte degli specialisti ritengono che la semina vaginale sia una pratica molto rischiosa e sconsigliano di effettuarla. Scopriamo cos'è e come funziona.
In cosa consiste la semina vaginale?

Ultimo aggiornamento: 22 ottobre, 2019

La semina vaginale è una pratica che comincia a diffondersi nei casi di parto cesareo. Consiste nel prelevare un campione dei fluidi vaginali della madre e nel metterli sulla pelle, sulla bocca e sugli occhi del bambino. Questa tecnica, anche conosciuta come microparto, non è raccomandata dai medici. In questo articolo, vedremo in cosa consiste la semina vaginale.

Lo scopo di questa tecnica è di mettere il bambino a contatto con i batteri presenti nel canale vaginale della madre, con cui non entra in contatto a causa del cesareo.Questa procedura mira ad aumentare i batteri intestinali per ridurre il rischio di malattie specifiche. Vediamo insieme in cosa consiste la semina vaginale.

Rischi nella pratica della semina vaginale

Alcuni specialisti ritengono che la semina vaginale possa essere molto rischiosa. Infatti potrebbe comportare la trasmissione di malattie come la gonorrea e l’herpes.

Uno dei principali pericoli, dicono i medici, è la possibile trasmissione di batteri nocivi al bambino, come gli streptococchi di gruppo B. Questi possono mettere a rischio il bambino causando infezioni pericolose.

Quali sono le origini di questa tecnica?

La semina vaginale ha iniziato a essere eseguita quando degli studi scoprirono che i bambini nati con taglio cesareo avevano un rischio leggermente più elevato di sviluppare alcuni disturbi. Durante la crescita, i bambini nati con taglio cesareo potrebbero avere maggiori probabilità di sviluppare problemi di obesità, allergie o alcune malattie intestinali. La semina vaginale venne eseguita per la prima volta in Australia.

“Ci sono molte meraviglie nell’universo, ma il capolavoro della creazione è il cuore materno.”

-Ernest Bersot-

Semina vaginale nel bambino

Alcuni esperti hanno riscontrato che i bambini nati con taglio cesareo hanno un microbioma – cioè l’insieme di microrganismi all’interno del corpo – molto diverso da quelli dei bambini nati dal parto vaginale. Non essendo esposti ai batteri del canale vaginale, sviluppano un sistema diverso. Queste differenze nel microbioma potrebbero essere associate allo sviluppo dell’obesità e di alcune allergie, come l’asma.

La semina vaginale presenta più rischi che benefici

I medici hanno spiegato che i bambini nati con il taglio cesareo acquisiscono un microbioma diverso rispetto ai bambini nati con il parto vaginale. Queste nascite sono associate ad un rischio più elevato di disturbi immunitari e metabolici. Per questo motivo, è stata consigliata la semina vaginale, sebbene non tutti gli specialisti siano d’accordo.

A questo proposito, i medici ritengono che vi siano più rischi che benefici e consigliano l’allattamento al seno come misura per sviluppare il microbioma del bambino. In ogni caso, attraverso il latte materno, il bambino può ricevere la protezione desiderata, senza correre questo rischio.

Neonato semina vaginale

Gli esperti continuano nel loro dibattito, parlando dei rischi e dei benefici associati alla semina vaginale. In alcuni paesi questa pratica è molto comune, specialmente quelli in cui vengono eseguiti meno tagli cesarei.

Potrebbe esserci un legame tra il taglio cesareo e il rischio di malattie associate al deficit di alcuni batteri intestinali. Tuttavia, non è ancora noto con certezza se il microbioma può essere influenzato trasferendo i batteri dalla madre al bambino in modo sicuro.

Gli esperti avvertono gli ospedali che il metodo della semina vaginale nei neonati non dovrebbe essere praticato. Si ritiene che possano esservi alcuni rischi di danni che non possono essere giustificati. Raccomandiamo altri tipi di pratiche come l’allattamento al seno, che porta grandi benefici, in quanto provoca un effetto positivo sullo sviluppo del microbioma intestinale del bambino.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.