"La città incantata" di Miyazaki e i suoi insegnamenti
“La città incantata” è un film che non passa mai di moda e che continua, grazie ai suoi insegnamenti, ad attirare l’attenzione di bambini e adulti. È considerato uno dei migliori film d’animazione mai realizzati. In questo articolo vi diremo perché merita di essere visto e rivisto più volte.
Il film prodotto da Studio Ghibli racconta la storia di Chihiro, una bambina di dieci anni intrappolata in un mondo magico. Per sopravvivere è costretta a lavorare in un complesso termale per divinità. Con le sue avventure, scopriremo le tradizioni e la spiritualità giapponese.
In questo luogo incontra i kami, una sorta di divinità per noi occidentali, che in Giappone identificano con gli elementi della natura.
Conosce anche gli yōkai, creature che mescolano i demoni e gli spiriti della natura.
« “La città incantata” è una delle opere migliori di Miyazaki. Ci parla della cultura giapponese, del valore delle radici, del rispetto delle tradizioni e, allo steso tempo, ci fornisce una visione moderna e rispettosa del XXI secolo.»
-García Villar-
Chihiro si trova a risolvere i problemi creati dai suoi genitori che non rispettano le tradizioni giapponesi né l’educazione di base. È una ragazza normale che ha la capacità di fare tutto ciò che si propone, pensando sempre agli altri e a fare quello che è giusto.
“La città incantata” e i suoi insegnamenti
Collaborare con gli altri ci permette di ottenere dei risultati migliori
Nel suo peregrinare all’interno della località termale, Chihiro chiede lavoro alla maga Yubaba che gestisce lo stabilimento. Sa che è un compito difficile e decide di essere amichevole e di soddisfare tutte le sue richieste. In questa maniera, riesce a trovare il lavoro che le permette di vivere nel mondo magico e poter tornare, un giorno, nel suo mondo.
Quando chiede il lavoro a Yubaba, anche se la maga è molto dura con lei, decide di parlarle in maniera affettuosa chiamandola “nonnina” e offre il suo aiuto per rimuovere l’incantesimo del suo amico Kohaku.
Tutti hanno un lato buono, bisogna solo trovarlo
Questa situazione è ben rappresentata da personaggi come “Senza-volto” (o Kaonashi, che è un’ombra nera con una maschera bianca di cui Chihiro non ha paura). Tutti credono che “Senza-volto” sia cattivo, ma Chihiro si sforza duramente per trovare il suo lato buono. Ecco perché riesce a scoprire cosa gli sta accadendo e perché si mostra in quella maniera.
“Chihiro crede nella bontà degli altri. Grazie alla convinzione che tutti abbiamo qualcosa di buono, riesce anche a battere Yubaba”.
“La città incantata” ci insegna che l’avidità rende le persone mostruose
Con i suoi genitori accade proprio questo. Mangiano un pasto che non appartiene a loro e finiscono per trasformarsi in maiali. Pensano che saranno felici mangiando tutto quel cibo, ma, in realtà, la loro avidità non fa altro che procurar loro dei problemi. È a causa di questo avvenimento che inizia l’avventura di Chihiro.
L’importanza dell’ecologia e della natura
La natura ha un ruolo importante all’interno del film. Uno dei personaggi è una divinità puzzolente che dà molto scandalo per il suo cattivo odore.
Chihiro, con pazienza, impiega il suo tempo per ripulirlo. Si scopre che è il dio di un fiume inquinato che ha a al suo interno una bici abbandonata che fa aumentare la sua sporcizia. Quando Chihiro finirà di ripulirlo, tornerà alla sua condizione originaria.
La bicicletta abbandonata ha un significato specifico. È lì perché qualcuno l’ha gettata nel fiume. Il film ci ricorda l’importanza di non inquinare l’ambiente. Se gettiamo le cose in un fiume (come la bicicletta), non solo inquiniamo, ma stiamo anche danneggiando il suo spirito.
Chihiro, quando vede il fiume pulito, si riempie di felicità. Inoltre, quando il dio esce di casa pulito, tutti i lavoratori ballano e festeggiano felici. Miyazaki ci insegna che trattare bene un fiume non ci renderà ricchi, ma sicuramente felici.
La società dei consumi ci rende schiavi
Nel film, tutti quelli che lavorano per Yubaba perdono il loro nome e dimenticano la loro vita precedente. In un certo senso finiscono per essere schiavi perché non sanno più chi sono.
Yubaba toglie loro il nome per renderli schiavi. A Kohaku, per esempio, gli fa dimenticare il suo nome promettendogli un tesoro che non gli darà mai.
“La città incantata” è e sarà uno dei grandi film del XXI secolo. Non a caso è il primo grande film d’animazione del secolo. I bambini, quando lo vedono per la prima volta, lo amano subito e sono in grado di passare delle ore a parlare del film appena visto e a porsi delle domande. Questo film è un gioiello che avete a disposizione, fatene buon uso!
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