La teoria dello sviluppo psicosociale di Erik Erikson

Lo sviluppo della personalità secondo la teoria psicosociale di Erikson implica la risoluzione di conflitti vitali tra due forze in tensione.
La teoria dello sviluppo psicosociale di Erik Erikson

Ultimo aggiornamento: 23 dicembre, 2021

Il graduale sviluppo delle persone è sempre stato un argomento di interesse per la Psicologia. Le diverse correnti sottolineano un aspetto o l’altro e una delle proposte più note è quella di Erik Erikson, con la sua Teoria dello sviluppo psicosociale.

Uno dei punti più interessanti che questo postulato incorpora è la visione psicosociale e l’approccio esteso allo sviluppo della personalità lungo tutto il ciclo di vita. Vediamo di cosa si tratta.

Qual è la teoria dello sviluppo psicosociale di Erik Erikson?

Erikson sottolinea l’idea che lo sviluppo è un fenomeno progressivo, dal quale le persone attraversano diverse fasi per diventare ciò che sono. Dalle 8 tappe successive scoprono l’identità di sé, giungono al riconoscimento di sé stessi e stabiliscono un’interrelazione con gli altri.

A sua volta, l’autore afferma che ciascuna di queste fasi propone una serie di conflitti o crisi per i soggetti. La risoluzione riuscita di questi conflitti consente loro di essere dotati di determinate competenze o punti di forza che li serviranno per tutta la vita. Al contrario, la loro mancata risoluzione può dar luogo ad alcune difficoltà per affrontare le avversità in futuro.

La teoria dello sviluppo psicosociale.

Fasi della teoria dello sviluppo psicosociale

Le tappe che Erikson propone sono caratterizzate dal mantenimento di un rapporto di tensione tra due forze di sviluppo, che sfidano i soggetti a risolverle. I primi 4 sono focalizzati sull’infanzia ei restanti 4, l’adolescenza e l’età adulta.

Fase 1: fiducia di base contro sfiducia (da 0 a 18 mesi)

Questa fase è molto importante poiché, dal rapporto con i genitori e le loro figure di riferimento, il bambino inizia a porre le basi per comprendere le relazioni.

Dalle risposte che ricevi, sei sicuro che sia importante e che le tue esigenze saranno soddisfatte. Inoltre, impara a conoscere se stesso, a riconoscere ea dare importanza ai propri sentimenti. A questa età iniziano anche a stabilirsi le basi dell’attaccamento.

Fase 2: autonomia contro vergogna e dubbio (tra 18 mesi e 2 o 3 anni)

Qui il bambino inizia a provare a prendere le proprie decisioni. Esercita la sua autonomia dall’esplorazione del mondo, così come dal suo primo “no”.

È importante che i genitori evitino l’iperprotezione e incoraggino invece quella curiosità che consente loro di acquisire sicurezza.

Fase 3: iniziativa contro senso di colpa (da 3 a 6 anni)

Il bambino mette in pratica anche le proprie iniziative ed è conveniente che la sua curiosità sia favorita.

Sempre più spesso, il bambino inizia a relazionarsi con i suoi coetanei mentre interiorizza alcune norme di comportamento. Questi ti fanno sapere che sei responsabile del tuo comportamento di fronte agli altri. Cioè, puoi ferire e ferire e se lo fai, dovresti scusarti.

Fase 4: operosità contro inferiorità (da 5 a 13 anni)

Le attività che richiedono impegno sono evidenziate qui. A poco a poco il gioco comincia a perdere importanza e questo ruolo viene trasferito a quelle attività di maggiore impegno o “più produttive”.

In questa fase è necessario mantenere un equilibrio tra ciò che fai e ciò che gli altri si aspettano che tu faccia.

D’altra parte, in questo momento risalta il consolidamento dell’autostima di fronte alla realizzazione degli obiettivi e il sentimento di inferiorità quando questo non avviene. In questo modo è molto importante accompagnare i più piccoli dalla tolleranza alla frustrazione e alla gestione delle emozioni.

Fase 5 della teoria dello sviluppo psicosociale: identità contro confusione di identità (12-20 anni)

In questa fase la personalità si rafforza, per questo la crisi che sta attraversando è legata a “chi sono io?”. Cominciano le tensioni con i genitori, mentre l’adolescente cerca di rispondere da solo e di stabilire i propri gusti e interessi.

Fase 6: intimità contro isolamento o amore (tra i 20 ei 30 anni)

Qui si tratta di stabilire rapporti profondi con gli altri nonostante la distanza. Ciò implica la possibilità di sentirsi a proprio agio con l’altro e di provare fiducia nei suoi confronti. Coloro che non riescono a risolvere questa crisi possono propendere per relazioni superficiali.

Fase 7: generatività contro stagnazione (da 30 a 50 anni)

Questo è un momento in cui le persone desiderano passare più tempo con la famiglia, ma anche quello in cui se a volte si chiedono se hanno fatto abbastanza o se sono rimasti indietro con i loro obiettivi personali.

Fase 8 della teoria dello sviluppo psicosociale: integrità di sé e saggezza contro la disperazione (dopo i 50 anni)

Si riferisce alla possibilità dell’adulto di guardare al suo passato e al suo presente con orgoglio, con la capacità di riconoscere dalla saggezza i suoi successi e fallimenti. Coloro che non riescono a superare questo conflitto, rimangono impantanati nell’amarezza, nella nostalgia e nella disperazione per ciò che non è stato realizzato.

A seconda del percorso e della forza del sé, sarà il modo in cui le persone potranno far fronte ai cambiamenti legati all’invecchiamento.

Mano nella mano.

Alcuni aspetti da tenere a mente nella teoria dello sviluppo psicosociale

Prima di tutto, Erikson non pensa in termini di poli opposti ed esclusioni. Perciò è importante imparare a fidarsi ma è altrettanto importante essere attenti a certe situazioni.

Una delle differenze più importanti tra le fasi di Erikson e quelle di Freud è che le prime non si limitano all’adolescenza, ma continuano fino all’età adulta. Questo ha una ragione d’essere e cioè che la crescita non ristagna né si ferma, poiché continua fino alla fine dei nostri giorni.

A sua volta, Erikson non si concentra solo sullo sviluppo psicosessuale come Freud, ma include anche la dimensione psicosociale.

Un approccio globale che tiene conto del sociale

Al di là dei postulati di Erikson e del modo in cui organizza le tappe, vale la pena evidenziare l’approccio epigenetico proposto dall’autore. Questo sguardo sottolinea il ruolo dell’individuo unito al sociale per lo sviluppo integrale delle persone. In altre parole, ci invita a comprendere i soggetti nel loro contesto, con tutti i punti di forza e di debolezza che questo può fornire. Senza dubbio, è un modello più vicino e completo della realtà umana.


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  • Bordignon, Nelso Antonio (2005). El desarrollo psicosocial de Eric Erikson. El diagrama epigenético del adulto. Revista Lasallista de Investigación, 2(2),50-63.[fecha de Consulta 10 de Noviembre de 2021]. ISSN: 1794-4449. Disponible en: https://www.redalyc.org/articulo.oa?id=69520210
  • Erikson, Erik. (1968, 1974). Identidad, Juventud y Crisis. Buenos Aires: Editorial Paidós.

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