Bambini difficili e come aiutarli: molto semplice!

I bambini difficili sono spesso vittime di pregiudizi e di etichette, e additati come un problema. Invece non bisogna punirli, ma educarli.
Bambini difficili e come aiutarli: molto semplice!
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

I bambini difficili sono vittime di pregiudizi, di etichette e sono poco compresi. Tutto questo vi è familiare? I bambini difficili sono quelli che hanno bisogno del nostro aiuto più di qualunque altra cosa. Certo, con queste premesse le cose non sembrano affatto facili, ma oggi vogliamo aiutarvi. A seguire, stiamo per spiegarvi come aiutare i bambini difficili. Molto semplice. Prendete nota, mamme!

Senza via di uscita, così si sente il bambino. Chiuso dentro il vortice, servendosi di una corazza per non fare trasparire le sue paure. Ermetico, senza porte, finestre, né uscite di sicurezza. Spetta noi trovare, con pazienza, il modo di liberare questo bambino. 

Innanzitutto, se volete aiutare un bambino difficile, dovete dedicargli del tempo e molta pazienza. Forse questo lo sapete, ma non fa mai male ricordarlo, perché se c’è una cosa che è chiare è che i nostri sforzi saranno valsi la pena. Tutta la dedizione che diamo al bambino offrirà risultati che lo renderanno domani un adulto migliore.

Bambini difficili: il segreto è avere pazienza

Sia i padri che le madri si sentono sopraffatti dinnanzi alla situazione e vedono la missione di educare il bambino come una sfida. Vedendola in questo modo, indirettamente stiamo dando all’educazione una valenza negativa, che farà sì che il compito diventi più pesante e difficile. Invece, modificando questa percezione e attribuendo una valenza positiva alla stessa, il cammino diventerà certamente meno difficile.

I genitori tendono a sentirsi frustrati dinnanzi all’incertezza che deriva dal non sapere qual è il modo giusto di comportarsi, visto che fino a questo momento niente sembra aver avuto un effetto vero e proprio. Siate pazienti: i risultati non sono sempre immediati.

L’inquietudine che il mondo provoca in un bambino difficile viene solitamente espressa nel modo sbagliato. Capricci, scatti di rabbia e broncio, il tutto accompagnato da pianto, insulti e disobbedienza. Succede che il bambino piccolo si sta semplicemente sfogando come può.

I cosiddetti “bambini difficili” sono quelli che non sono ancora riusciti a gestire le proprie emozioni adeguatamente. Per questo motivo si comportano in modo inopportuno davanti agli altri. Cercano solo di difendersi dal mondo. Perché un bambino difficile può percepire il mondo in un modo così ostile che la sua reazione non potrà essere altra se non quella di agire sulla difensiva, nel modo più istintivo che conosce.

Per aiutare un bambino difficile non devi complicarti la vita. A questo proposito, stiamo per raccontarvi come fare per aiutarli e per rendere a tutti la vita più facile.

Bambini difficili: bambino seduto in un angolo in punizione

Aiutare (e aiutare noi stesse) in modo efficace e con poche mosse

Ogni essere umano è diverso, unico e irripetibile. Quindi le ‘ricette’ passate da terze persone non avranno alcune effetto, né tantomeno ne avranno i consigli che potremmo sentirci dare. Nonostante le buone intenzioni che l’altra persona potrebbe avere condividendo la sua ricetta, la cosa migliore da fare è rivolgersi a uno specialista e chiedere a lui un parere sulle informazioni ricevute.

Perché eviterete di intervenire troppo presto con dei metodi che per un altro bambino possono aver funzionato, in un momento specifico, ma che per il tuo, adesso, semplicemente non funzionano. Magari più avanti. Lo specialista vi indicherà quando e come procedere.

Il nostro primo consiglio è molto semplice: smettete di dire che avete un problema o un bambino difficile. Sì, avete letto bene. Ecco in arrivo un’altra bomba: i bambini difficili NON esistono.

Le parole che scegliamo quando parliamo definiscono -anche se inconsciamente- il modo in cui ci facciamo coinvolgere emotivamente. La parola ‘problema’ non suona interessante, potente, né, in generale, positiva. Anzi, optando per un’altra parola, di certo andrà meglio. Ad esempio, la parola “situazione” implica semplicemente un insieme di elementi in una data circostanza. Un problema transitorio. Una tappa in più.

L’aspetto fondamentale è focalizzarci su una visione positiva. Cercate sempre la soluzione anziché studiare semplicemente il ‘problema’. Bisogna farsi strada in tutte le situazioni che la vita ci pone davanti, semplicemente perché si vive una volta sola.

Attitudine positiva

Affrontare la questione come una fase ci darà immediati benefici. Sentiremo di avere la situazione sotto controllo, per cui l’unica cosa da fare sarà semplicemente cercare gli strumenti per potere proseguire.

Suona meglio, vero? Un problema, invece, ci fa pensare al fatto di doverci fermare, perché c’è qualcosa che non va. Questo qualcosa che non va mette in modo sentimenti ed emozioni negative: paure, ansia, stress, tristezza, ad esempio. Tutto questo non suona poi così bene, vero?

Mamma e figlio

Un’attitudine positiva ci fa sentire liberi dalla sensazione e/o dall’accumulo di stress e frustrazione. In secondo luogo, vi consigliamo di essere pazienti con voi stesse.

In quanto madri, dovete prendervi cura anche di voi stesse per poter essere l’ancora di salvezza di vostro figlio in questa fase. Così come dovete rivolgervi allo specialista in caso di dubbi, è importante anche che gli parliate di come vi sentite, dei vostri pensieri e di tutto quello che volete esprimere, in modo da poter mantenere o raggiungere un equilibrio emotivo sano.

C’è un aspetto che dovete sempre tenere a mente: tutti i bambini richiedono pazienza, amore e comprensione. Ma se non siete voi ad amare per prime voi stesse, a capirvi e a essere pazienti con voi, non troverete il modo per trasmettere lo stesso al piccolo. Capire le sue emozioni è la chiave del successo.

Non ha motivo di essere una situazione complicata

Probabilmente il piccolo opporrà resistenza all’inizio, fino a quando non si renderà conto di poter abbassare la guardia e che niente e nessuno lo deluderà. Il segreto consiste nello stringere dei solidi legami, fatti di comunicazione costante e affetto incondizionato. Non permettete in alcun caso che si isoli.

Non trascurate vostro figlio: ha bisogno di voi più che di chiunque altro. Se vi prenderete cura di lui e gli mostrerete il vostro appoggio incondizionato, vi renderete conto che il suo amore si ingigantirà e vi ricompenserà per tre volte. Attenzione! La ricompensa non è il motivo per cui aiutarlo. Che il vostro obiettivo sia solo vederlo in salute e felice.

Senza alcun dubbio affronterete un percorso pieno di ostacoli. Per questo dovrete trasmettere sempre sicurezza, affinché vostro figlio si senta a suo agio nell’esprimere quelle emozioni represso. Solo in questo modo potrà imparare a conoscere se stesso e a sfogarsi in assoluta libertà, nel modo più sano.

Al tempo stesso, evitate di trovare un capro espiatorio. Qui non ci sono colpevoli: i bambini difficili non sono necessariamente il risultato di una cattiva educazione. Se richiede attenzioni, comprensione e più sostegno del normale, porgigli la mano. In caso contrario, si sentirà spaesato, perché non saprà come fare per non agire nel modo ‘sbagliato’.

Come aiutare i bambini difficili

Aiutare un bambino difficile richiede, innanzitutto, strategie creative per soddisfare le sue esigenze.

L’obiettivo principale non è altro se non aiutarlo a gestire quello tsunami emotivo che lo sopraffa. A questo scopo, l’Intelligenza Emotiva si presenta come punto di riferimento per imparare a canalizzare e a esteriorizzare i sentimenti:

  • Puntate sul rinforzo positivo. Quest’ultimo ha il grande potere di aiutare un bambino difficile. Non concentratevi sugli errori, che aumentano la frustrazione e l’angoscia del ragazzo fragile. Esprimetegli fiducia, trasmettendogli sicurezza. Riconoscete i successi con parole positive.
  • Comunicazione priva di pregiudizi, paragoni o etichette. Evitate anche di fare troppe domanda. Si tratta solo di trovare il momento giusto per comunicare con empatia e stando vicino. Una comunicazione fatta di un tono affabile, sereno, sincero e dolce. Senza prendersi cura, né umiliare né ironizzare.
  • Stimolare l’equilibrio interno del bambino. Fate in modo che il minore traduca le proprie emozioni in parole. Si tratta fondamentalmente di trovare il modo giusto per fargli condividere quello che prova e averne sollievo. Di fare in modo che si liberi delle tensioni per trovare conforto nel fatto che sarete sempre disposte ad ascoltarlo e a dargli consigli.
  • Rilassarsi è fondamentale per un bambino difficile. Insegnategli a respirare, a canalizzare i propri sentimenti attraverso metodi e tecniche per sfogarsi e distrarsi. Insegnategli ad ascoltare e a tollerare la frustrazione.

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