Una giornata di una madre lavoratrice equivale a due giorni di lavoro di un padre

La vita quotidiana di una madre lavoratrice può essere lunga e faticosa. Uno studio realizzato recentemente ha concluso che una donna che lavora può svolgere compiti, in una sola giornata, simili a quelli di due giorni di lavoro di un padre.
Una giornata di una madre lavoratrice equivale a due giorni di lavoro di un padre
Francisco María García

Scritto e verificato l'avvocato Francisco María García.

Ultimo aggiornamento: 16 marzo, 2023

Quando si tratta di confrontare diversi tipi di lavoro e delle loro retribuzioni, generalmente le persone si basano sulle attività che vengono svolte durante il giorno e il grado di specializzazione richiesto. Ciononostante, la questione può complicarsi quando si tratta di fare un confronto con la giornata di una madre lavoratrice e il carico supplementare di lavori domestici che questa comporta.

In questo modo, la routine quotidiana di una madre lavoratrice sembra non finire mai. Inizia alle prime ore del mattino e si conclude alla sera.

Nonostante si tratti di un argomento difficile da verificare e comprovare, uno studio condotto in Spagna ha potuto determinare che un giorno di una madre equivale a due giorni di lavoro di un padre. Come è possibile questo fenomeno e in Italia è molto diverso?

Diritti della madre lavoratrice

Nel tempo, la legislazione italiana – così come quella spagnola – ha recepito alcuni progressi in materia di assistenza alle madri che lavorano e si occupano dei figli:

1. Il congedo di maternità

In Italia, il congedo di maternità è un astensione obbligatoria dal lavoro per le donne che dura 5 mesi, a cavallo del parto o dopo di esso. Questo permesso può essere prolungato nel caso di parto fortemente prematuro

Ciononostante, la madre lavoratrice sarà tenuta ad avvisare l’azienda e a giustificarsi durante il periodo della gravidanza. Avrà il diritto di assentarsi, con presentazione di un attestato medico, nei casi in cui ciò si renda necessario, come:

  • Esami prenatali.
  • Accertamenti clinici.
  • Malessere o malattia.

2. La riduzione dell’orario di lavoro

La madre lavoratrice madre (o anche il padre lavoratore) ha il diritto di chiedere, per una sola volta, la trasformazione del suo contratto di lavoro full time in uno a tempo parziale. Il datore di lavoro non può opporsi alla richiesta, e deve modificare il contratto entro 15 giorni dalla ricezione della domanda.

Una madre lavoratrice è costretta a svolgere più ruoli di un padre

3. L’aspettativa non retribuita

Nei casi in cui la madre debba prendersi cura del bebè, godrà di un periodo di aspettativa che non supererà i tre mesi fino al terzo anno di età del bambino. Durante questo periodo potrà conservare il suo diritto a conservare il suo posto di lavoro, e i suoi contribuiti previdenziali verranno rispettati come se si trattasse di prestazioni lavorative.

4. Licenziamento

La legge italiana vieta il licenziamento di una lavoratrice durante il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro e per un “periodo protetto”, vale a dire fino al compimento del primo anno di età del bambino.

5. L’allattamento e il lavoro

Durante i primi nove mesi di vita del bebè, la madre avrà a disposizione alcune ore di allattamento senza alcuna riduzione di stipendio. La domanda per approfittare di questi permessi va effettuata all’INPS.

Come stabilire a quanto equivale la giornata di una madre?

Una valutazione realizzata nel 2015 negli Stati Uniti afferma che, annualmente, una madre dovrebbe ricevere uno stipendio di 65.300 dollari, l’equivalente di due stipendi e mezzo. Questa cifra supera quella dello stipendio medio di un lavoratore americano.

In questo modo, la settimana di una madre equivarrebbe, mediamente, a 1.735 dollari. Vengono presi in considerazione anche i lavori di infermeria, giardinaggio, decorazione e contabilità svolti nell’ambiente domestico.

La giornata di una madre lavoratrice non finisce mai

Le madri lavoratrici e la condivisione del lavoro domestico

Come abbiamo visto, la giornata di una madre è una combinazione di lavoro e faccende domestiche che vanno condivise con il partner e il suo lavoro. Anche se ci sono stati notevoli progressi in campo culturale e legislativo nel riconoscimento delle loro lunghe giornate, rimane ancora molta strada da percorrere. Anche perché, spessissimo, le faccende domestiche e la cura dei figli ancora ricadono in parte molto maggiore sulle spalle della donna, mentre il partner se ne assume una piccola parte (se non nessuna).


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