Il metodo Design Thinking applicato in ambito educativo
Il metodo Design Thinking (che potrebbe essere tradotto letteralmente come “pensiero progettuale”) proviene dall’ambito imprenditoriale e del marketing. Consiste in una metodologia di pensiero creativo volta a occuparsi di prodotti e servizi che soddisfino le necessità dei clienti.
Tuttavia, presenta determinate caratteristiche che possono essere applicate anche in ambiti scolastici come mezzo per trovare soluzioni a problemi e necessità di carattere educativo.
In che cosa consiste il metodo Design Thinking?
Il Design Thinking rappresenta una metodologia di lavoro in équipe che si adotta per risolvere problemi e raggiungere soluzioni innovative. Secondo uno dei suoi creatori, Tim Brown, si tratta di un metodo che si concentra sulla persona e il processo della progettazione, più che sul risultato finale.
Il metodo consiste nell’applicazione di cinque fasi che costituiscono un vero e proprio processo. Queste fasi sono lo seguenti:
- Empatizzare: si tratta di mettersi nei panni degli utenti e imparare da questa immedesimazione.
- Definire: vengono stabilite le necessità e le percezioni degli utenti. Si tratta di trovare un punto di partenza.
- Ideare: consiste nell’immaginare diverse possibili soluzioni creative.
- Prototipare: è il momento in cui si dà forma e si rappresentano le idee più adatte che verranno messe in pratica.
- Valutare: la valutazione ci indica a quale fase del processo dobbiamo fare ritorno per migliorarne o cambiarne alcuni aspetti. Attraverso il processo di scambio di feedback con gli utenti, sapremo se il progetto di tutte le fasi e la successiva messa in opera sono riusciti a soddisfare le sue necessità.
Come funziona il metodo Design Thinking in ambito educativo?
Trasposto in ambito educativo, il metodo si fonda su uno strumento innovativo il cui scopo è quello di migliorare i centri educativi e le relazioni e i processi che si sviluppano al loro interno, offrendo soluzioni semplici ai problemi che si presentano, sulla base della collaborazione, dell’osservazione, della sperimentazione e di un processo continuo di valutazione.
In questa maniera, il metodo Design Thinking in ambito educativo può essere impiegato per risolvere problemi associati al clima e alla convivenza scolastica, oppure all’organizzazione di spazi educativi, come la biblioteca o la sala di informatica.
Serve anche per offrire una soluzione a necessità concrete di apprendimento, che appartengano a un gruppo o a un alunno in particolare. Inoltre, si tratta di una maniera di lavorare che consente di progettare il percorso migliore per sviluppare qualunque tipo di progetto educativo.
Si tratta di un metodo che permette a tutti gli attori educativi di partecipare e offrire soluzioni concordate alle necessità educative che si presentano quotidianamente. La collaborazione sia dei professori che degli alunni e dei genitori è fondamentale per il miglioramento delle prassi e del clima scolastico.
Applicazione del metodo Design Thinking nei centri scolastici
Come è stato detto, il metodo Design Thinking aiuta a trovare risposte creative e innovative a problemi di carattere educativo. Tenendo conto delle fasi previste dall’applicazione di questo metodo, i passaggi da seguire saranno i seguenti:
Empatizzare con gli attori educativi
Proprio come indica la prima fase del metodo, dobbiamo, in primo luogo, empatizzare con gli utenti. Che si tratti degli alunni, dei professori o dei genitori, dobbiamo sapere quali sono le loro necessità, problemi e desideri. Dobbiamo metterci nei loro panni, comprenderli e analizzare la loro situazione e il contesto in cui questa si sviluppa. In questa fase sono importanti l’ascolto, l’osservazione e la registrazione di dati e informazioni.
Progettare un percorso
La seconda tappa prevista da questo metodo ci porta a stabilire una tabella di marcia relativa alle informazioni ottenute nel corso delle fase precedente. A questo punto, si tratta di definire e progettare un centro di azione. Attorno a quest’asse organizzeremo queste informazioni, per evidenziare quegli aspetti, necessità o problemi di maggiore urgenza o rilevanza.
In seguito ci porremo delle domande sulle possibili cause dei problemi e sulle possibilità che abbiamo a nostra disposizione per risolverli o portare dei miglioramenti.
Immaginare idee
In questa terza fase arriva il momento di iniziare a ideare soluzioni. Si tratta di una tappa creativa, alla quale devono partecipare tutti gli attori educativi coinvolti.
Per raggiungere questo scopo esistono tecniche, come la tempesta di idee o brainstorming, che servono a generare e organizzare tutte le idee che possano nascere. È importante che questa fase venga concepita come un momento di distensione e divertimento, che consenta l’emersione di idee nuove.
Plasmare idee
In questa quarta tappa bisogna rendere tangibili le idee che sono state pensate durante la fase precedente. Le idee più coerenti e che sono state accettate da tutti devono prendere forma; in altre parole, dobbiamo concretizzare il modo in cui verranno messe in atto. A questo scopo, è necessario organizzare alcuni aspetti, come il tempo, lo spazio e le risorse umane, materiali ed economiche di cui disponiamo, per trasformare le idee in realtà.
Convalidare e valutare
Infine, nella quinta e ultima fase dobbiamo convalidare la strada che abbiamo percorso in tutte le tappe precedenti. In altre parole, spiegheremo e condivideremo le decisioni prese e, in base al feedback ricevuto dagli utenti, finiremo di concretizzare le azioni che intraprenderemo.
Inoltre, in questa fase viene realizzata la valutazione di tutto il processo di attuazione. Il che comporta la possibilità di confermare insieme agli utenti il fatto che siamo stati in grado di trovare soluzioni efficaci e innovative alle loro necessità, desideri e inquietudini.
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