Come viene divisa l'eredità: aspetti legali

Scopriamo insieme cosa dice la legge italiana sulla questione dell'eredità, come viene divisa e chi sono gli eredi legittimi.
Come viene divisa l'eredità: aspetti legali

Ultimo aggiornamento: 01 novembre, 2019

L’ereditarietà è l’insieme di beni, diritti e obblighi che una persona ha e che non si esaurisce con la sua morte. Gli eredi ereditano dal defunto tutti questi diritti e doveri. In questo articolo, vediamo come viene divisa l’eredità tra i cosiddetti eredi legittimi.

In Italia, il codice civile è responsabile della regolamentazione dell’eredità e della determinazione di chi ha il diritto di riceverla, come viene divisa e qual è la procedura per renderla efficace. I figli sono eredi legittimi, ma non sono gli unici eredi.

Anticamente colui che riceveva tutti i beni era il primogenito. Oggi la legge garantisce che i beni del defunto vengano divisi equamente tra i figli, il coniuge e persino i genitori. In questo articolo, vi spiegheremo come viene divisa l’eredità sia quando c’è un testamento che quando non c’è.

Come viene divisa l’eredità quando c’è un testamento?

Quando una persona muore, l’eredità viene divisa, per legge, in quote, che dipendono dal numero dei membri della famiglia e dal loro grado di parentela. A differenza di quello che si vede in molti film o serie tv, infatti, il defunto non può disporre liberamente del suo patrimonio, magari lasciando tutto all’amante.

Per la legge italiana, il defunto può disporre liberamente solo di una quota del suo patrimonio che può essere di massimo la metà e di minimo un quarto, a seconda di quanti suoi parenti stretti sono in vita. Gli eredi tutelati in questo modo dalla legge sono detti eredi legittimi.

In caso di coppia sposata senza figli, il coniuge che rimane in vita ha diritto a metà del patrimonio, e quindi il coniuge deceduto può disporre tramite testamento solo della metà dei suoi averi, lasciandoli a chi vuole. Nel caso che a mancare sia un genitore vedovo con due o più figli, i figli hanno diritto a ereditare 2/3 del patrimonio, dividendoselo in parti uguali. Nel caso invece in cui l’altro coniuge sia ancora vivo e ci sia un solo figlio, entrambi hanno diritto a 1/3 del patrimonio, e così via.

L'eredità: legalità ed effetti sui figli

Aspetti legali dell’eredità ed effetti sui figli

La legge non ammette discriminazioni fondate sul sesso o l’età e non vengono fatte differenze tra bambini naturali o adottati. Né c’è differenza tra figli sposati o non sposati: tutti i fratelli hanno gli stessi diritti.

L’antica abitudine di lasciare tutto al primogenito o di privilegiare i figli sposati, quindi, non è stata per nulla recepita nella legge moderna.

Come viene divisa l’eredità quando non c’è un testamento?

Quando non c’è un testamento, la legge stabilisce che a beneficiare dell’eredità siano anche qui il coniuge, i figli e, se ancora in vita, i genitori del defunto. Se il defunto è sposato e non ha figli, il coniuge eredità l’intero patrimonio. Se invece è sposato e ha un figlio, questi erediteranno il patrimonio in parti uguali. Se i figli sono più di uno, il coniuge eredita un terzo, e i figli due terzi da dividersi in parti uguali.

Se il defunto non ha figli, a ereditare saranno il coniuge e, se ancora in vita, i genitori.

Aspetti legali dell'eredità ed effetti sui figli

Cosa devono fare i figli per rivendicare un’eredità?

Una volta che un padre o una madre muoiono, i figli devono, nonostante siano gli eredi forzati, eseguire una serie di procedure burocratiche per rivendicare la loro eredità. Tuttavia, è normale che coloro che hanno perso una persona così vicina preferiscano trascorrere qualche giorno di lutto. Non succede nulla, perché l’eredità non richiede alcuna urgenza nella sua elaborazione. Avete 12 mesi per svolgere le pratiche.

Per ottenere l’eredità occorre aprire una pratica di successione, che può essere compiuta online oppure attraverso soggetti autorizzati, come i Caf o i commercialisti. Serviranno tutta una serie di documenti, sia anagrafici del defunto e sia riguardanti le sue proprietà. Per quanto riguarda invece l’accesso ai conti bancari del defunto, anche in questo caso occorre presentare alcuni documenti alla banca interessata.


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