Miti sulle allergie alimentari nei bambini

Attorno alle allergie alimentari nei bambini circolano una serie di miti che possono confondere la diagnosi della malattia e il suo approccio. Quindi, è importante smontarli e chiarire la verità.
Miti sulle allergie alimentari nei bambini

Ultimo aggiornamento: 29 maggio, 2023

Non c’è dubbio che le allergie alimentari siano oggetto di forte attenzione da parte della comunità pediatrica internazionale. Inoltre, sono oggetto di interesse da parte di molti genitori, visto che in molte famiglie permangono ancora alcuni miti sulle allergie alimentari nei bambini, che rendono difficile una diagnosi precoce e un trattamento adeguato.

Per questo motivo, vogliamo parlare di alcune delle idee sbagliate sulle allergie alimentari dei bambini. In questo modo è possibile ottenere un approccio migliore e conoscere i sintomi più comuni. Naturalmente, la raccomandazione principale è sempre quella di farsi guidare dai professionisti sanitari.

Miti sulle allergie alimentari nei bambini

I miti che circondano le allergie alimentari esistono da molto tempo. Hanno iniziato gestendo male il loro termine. Sotto il termine “allergia alimentare” vengono solitamente raggruppati molti disturbi legati a reazioni avverse al cibo, senza che tutti siano realmente un’allergia alimentare. Rivediamo quali sono i miti più comuni per iniziare a smantellarli.

1. Qualsiasi disagio dopo aver mangiato rappresenta un’allergia alimentare

Impostore. Uno dei miti più frequenti è quello di confondere un’intolleranza alimentare con un’allergia. Ma secondo quanto chiarisce il team di ricerca di Gupta sulla rivista JAMA Network Open, le intolleranze sono reazioni avverse che non sono immuno-mediate, a differenza delle allergie alimentari che lo sono.

Un’allergia alimentare è mediata dal sistema immunitario, è scatenata dall’esposizione a un alimento e scompare in sua assenza. La risposta immunitaria può essere umorale o cellulare.

L’intolleranza alimentare è dovuta a carenze enzimatiche, come l’intolleranza al lattosio o al fruttosio, o a causa di un effetto farmacologico. In altri casi, non esiste una spiegazione organica per questo fenomeno.

2. Miti sulle allergie: i bambini ereditano le allergie alimentari dai genitori

Questo non è del tutto vero. Un articolo pubblicato su Europe PMC nel 2018 suggerisce che non tutte le allergie sono ereditarie, poiché anche i fattori ambientali ne influenzano la genesi.

Un bambino può sviluppare un’allergia alimentare, anche se i genitori non ne hanno una. Allo stesso modo, un bambino potrebbe non sviluppare un’allergia anche se un genitore è allergico a un alimento.

3. L’esposizione precoce agli allergeni alimentari può causare un’allergia

Impostore. Contrariamente a questo mito, le attuali linee guida propongono che l’esposizione precoce dei bambini al cibo possa essere benefica. In questo senso, The New England Journal of Medicine riporta uno studio in cui si legge che l’esposizione alle arachidi può ridurre l’incidenza di allergie tra i bambini ad alto rischio di svilupparla.

4. Mangiare “solo un po'” del cibo che scatena l’allergia non fa male

Impostore. Non dare importanza alla manifestazione di alcuni sintomi, per quanto lievi possano essere dopo aver mangiato del cibo, è cadere in un grave errore. Esiste la possibilità che al successivo contatto con il cibo la reazione allergica sia maggiore o pericolosa per la vita. La reazione può verificarsi anche quando lo si tocca o lo si inala.

5. Miti sulle allergie alimentari: sono sempre gravi

Non è vero. Sebbene le allergie alimentari possano essere pericolose e pericolose per la vita, non tutte le reazioni sono anafilattiche. In tal senso, la guida per la diagnosi e la gestione delle allergie alimentari pubblicata sulla rivista Nutrition Research ricorda che le reazioni sono molto varie e ciò dipende da molteplici fattori.

6. In caso di sospetta allergia a un alimento, questo deve essere rimosso

Questa non è la forma più appropriata di gestione terapeutica. Se il cibo viene completamente ritirato, questo può interferire con i test complementari e, di conseguenza, con la diagnosi. L’allergologo è la figura professionale più indicata per ordinare o meno il ritiro di alimenti dalla dieta. In caso di ritiro, indicherà anche come effettuarlo.

D’altra parte, come genitori dobbiamo essere preparati a riconoscere i sintomi comuni di un’allergia alimentare e non confonderli con quelli di un’intolleranza alimentare. In questo modo, aiutiamo la diagnosi del professionista della salute.

Come si manifesta un’allergia alimentare?

Le reazioni più frequenti di un’allergia alimentare sono l’orticaria, cioè la comparsa di protuberanze pruriginose sulla pelle, accompagnate da gonfiore. Questi compaiono tra il 70% e l’80% dei casi entro la prima ora dopo aver mangiato il cibo.

Queste manifestazioni cutanee sono accompagnate da sintomi respiratori. come rinocongiuntivite e broncospasmo. Ci possono essere anche nausea, vomito, diarrea, crampi e un calo della pressione sanguigna.

Un altro sintomo frequente è la sindrome da allergia orale (OSA), che è caratterizzata da prurito e una sensazione di formicolio nella cavità orale e nella faringe. Può anche prudere intorno alla bocca.

In caso notassimo alcuni sintomi, cosa fare?

La prima cosa è consultare il pediatra, soprattutto se la reazione allergica è attiva. Pertanto, aiuterà la diagnosi. Se il pediatra lo considera, consultare un allergologo.

Per arrestare la reazione acuta si utilizzano antistaminici e nei casi più gravi altri farmaci indicati dal medico. Ad esempio, in caso di anafilassi, l’adrenalina iniettabile è il trattamento di scelta.

Il cibo che scatena l’allergia deve essere identificato ed evitato. Anche leggere attentamente le etichette dei prodotti alimentari e conoscere nel dettaglio gli ingredienti delle ricette in caso di consumo fuori casa.

Perché è importante sfatare i miti sulle allergie alimentari?

Le allergie alimentari rappresentano un problema di salute che deve essere affrontato dagli operatori sanitari, dalla loro diagnosi e cura. È importante non confonderle con le intolleranze a determinati alimenti, poiché l’approccio è diverso.

Le convinzioni familiari sulle allergie possono confondere e complicare il trattamento tempestivo della malattia. Una volta individuato l’alimento responsabile dell’allergia, il professionista indicherà come eliminarlo completamente dalla dieta.


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