Pemfigoide gestazionale: cos'è e come trattarlo?

Il pemfigoide gestazionale è un disturbo cutaneo poco comune in gravidanza. Non rappresenta alcun rischio per la salute della madre.
Pemfigoide gestazionale: cos'è e come trattarlo?
Maria del Carmen Hernandez

Scritto e verificato la dermatologa Maria del Carmen Hernandez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

In genere la gravidanza è uno dei periodi più felici per una donna. Tuttavia può essere accompagnata da patologie proprie del periodo gestazionale, che alterano la qualità della vita. Il pemfigoide gestazionale è una dermatite rara, autoimmune, bollosa e specifica della gravidanza. Inoltre, le sue manifestazioni cliniche sono simili a quelle del pemfigoide bolloso.

Per quale motivo si sviluppa il pemfigoide gestazionale?

Questa forma di dermatite si scatena spesso durante il terzo trimestre. Tuttavia, potrebbe manifestarsi nel corso di tutti e tre i trimestri oppure dopo il parto.

Le lesioni della pelle sono generate da un processo autoimmune in cui sono coinvolti gli anticorpi. Questo significa che il sistema immunitario inizia ad attaccare, per errore, la sua stessa pelle.

Eppure si risolve in modo spontaneo, nel giro di un paio di mesi dopo il parto, eccetto nei rari casi in cui può durare più a lungo. Secondo alcuni studi della rivista Orphanet Journal of Rare Diseases. (rivista scientifica sulle malattie rare), si calcola che il pemfigoide gestazionale colpisca una persona ogni 40.000-50.000 gestanti, senza alcuna differenza etnica.

Bolle con liquido.

Manifestazioni cliniche del pemfigoide gestazionale

L’eruzione del pemfigoide gestazionale è polimorfa. Il prurito è il sintomo principale del quadro e a volte può precedere la comparsa di lesioni della pelle.

Il prurito inizia colpendo la regione periombelicale, zona in cui compaiono diverse papule rosse, o eritema multiforme. Nel giro di 3 settimane, le papule passano dall’essere vescicole all’essere bolle tese, rosse, grandi e piene di liquido.

Le lesioni che in un primo momento si presentano in modo localizzato, iniziano a diffondersi fino all’addome, agli arti e al resto del corpo. Tuttavia, di solito non colpiscono le mucose e il viso.

Nel 75% dei casi, potrebbe succedere che la malattia si riattivi al momento del parto. Tuttavia, le lesioni del pemfigoide gestazionale, in genere spariscono a distanza di 15 settimane dal parto, senza lasciare macchie né cicatrici.

Possibile diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale da scartare al momento della valutazione delle lesioni, durante il controllo medico specialistico, è un’altra eruzione cutanea, chiamata PUPPP (papule e pacche orticarioidi pruriginose polimorfiche della gravidanza).

La PUPPP è una dermatosi pruriginosa da gravidanza, le cui manifestazioni cliniche sono molto simili a quelle del pemfigoide gestazionale. Le similitudini sono le seguenti:

  • Entrambe iniziano a manifestarsi nella regione periombicale.
  • Si manifesta più spesso al terzo trimestre.
  • L’eruzione sparisce in modo spontaneo a qualche settimana dal parto.

Sono molto poche le caratteristiche che le distinguono. La PUPPP di solito non evolve in grandi bolle piene di liquido e quando si diffonde, lo fa anche lungo le gambe e le ascelle.

Come si giunge a una diagnosi certa?

La diagnosi definitiva avviene presso lo studio del medico specialista, sulla base dei sintomi e dei segnali del paziente. In base al suo metro di giudizio, ai risultati evidenziati durante l’esame fisico, sarà questa figura a indicare se sia o meno il caso di eseguire una biopsia della lesione.

Questa procedura avviene sotto anestesia locale e prevede l’asportazione di una porzione della lesione, che verrà poi inviata in un laboratorio di analisi. Il medico può anche optare per un prelievo del sangue, con successiva analisi dei livelli di antigene nel sangue.

Trattamento e monitoraggio del pemfigoide gestazionale

Il trattamento del pemfigoide gestazionale dipende dallo stadio delle lesioni della pelle e dalla gravità del quadro clinico. Due dei presupposti del trattamento, secondo Dermatologic Clinics, sono le seguenti:

  • Alleviare il prurito della gestante.
  • Prevenire la formazione di nuove bolle.

Corticosteroidi

Nei casi meno gravi si indicano creme a base di corticosteroidi topici che riducono il prurito e l’infiammazione dell’area lesionata. Durante la gravidanza sono preferibili i corticosteroidi topici lievi o moderati rispetto a quelli forti o molto forti.

Antistaminici

I trattamenti possono essere abbinati a corticosteroidi topici e antistaminici per via orale, per potenziare gli effetti di riduzione del prurito. Gli antistaminici di seconda generazione (cetirizina, levocetirizina e loratadina) sono consigliati durante la gravidanza.

Pemfigoide gestazionale.

Bisogna sempre consultare un’ostetrica prima di assumere qualunque farmaco in gravidanza, inclusi quelli da banco.

Misure igieniche e di attenzione

Nei casi meno gravi, di solito si consigliano alcune misure specifiche da mettere in pratica in casa e per aiutare ad attenuare il prurito:

  • Mantenere la pelle fresca e idratata.
  • Rimanere in un ambiente ventilato o provvisto di aria condizionata.
  • Utilizzare indumenti 100% cotone ed evitare i tessuti sintetici.

Il pemfigoide gestazionale e la qualità della vita

In sostanza, i sintomi provocati da questa malattia possono sfociare in debolezza in gravidanza. Eppure, il pemfigoide gestazionale non comporta un rischio diretto per la salute della madre. Dunque, è richiesto un approccio multidisciplinare, con la collaborazione tra ginecologo, ostetrica e dermatologo, al fine di garantire un monitoraggio coordinato e auspicabile.


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